In un mondo totalmente digitalizzato, i social network rappresentano straordinari strumenti di innovazione sociale. Pur tuttavia, spesso li utilizziamo senza una reale consapevolezza dei rischi ai quali ci esponiamo.
Chiunque – aziende private, pubbliche amministrazioni, professionisti, ma anche sconosciuti – potrà raccogliere un’enorme quantità di informazioni che ci riguardano e farne l’uso che vuole.
Peraltro, una volta immessi sulla rete, i dati personali di un utente sono difficilmente cancellabili.
Bisogna, dunque, entrare nell’ottica che sulla rete la protezione dei dati personali parte innanzitutto da un’autotutela.
COSA EVITARE DI PUBBLICARE?
- Rimandi diretti a dati personali (doxing, o doxxing): non è fondamentale scrivere esplicitamente una via o un numero di telefono, bastano le fotografie.
- Documenti riservati o foto private: un selfie esplicito, un documento riferito allo stato di salute, informazioni relative ad altri membri della famiglia, compresi i bambini, magari casualmente immortalati, che possono suscitare l’interesse di malintenzionati.
- Piani dettagliati per le vacanze: dichiarando che si rimarrà lontano da casa per un determinato periodo, si metterà a disposizione un’informazione, utilizzabile da ladri che sfruttano il web per scegliere potenziali vittime dei loro furti.
- Informazioni sugli impegni quotidiani: aggiornamenti, testuali o fotografici, sulla gestione del tempo quotidiano (ad es. orari di ufficio), o indicare l’attività svolta all’interno del profilo personale, può rappresentare un’informazione da non sottovalutare.
- Contenuti che mettono a rischio la carriera: idee o atteggiamenti non in linea con i comportamenti richiesti dal ruolo lavorativo, ad esempio esternazioni negative o violente, anche effettuate nel passato, possono rappresentare fonte di imbarazzo in futuro.
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DIGITALMENTIS – è un’iniziativa realizzata da A.E.C.I. APS Lazio e finanziata dal Fondo MIMIT per i consumatori – anno 2022
Foto di Gerd Altmann da Pixabay