Che plastica, metallo e vetro siano importantissime risorse da riciclare è noto a tutti.

Ma anche gli avanzi di cibo, mediante un percorso virtuoso, possono avere una seconda vita e trasformarsi in energia, calore o concime.

Ma dove avviene questa alchimia verde?

Negli impianti di bio gas o di produzione di biometano.

Sebbene Francia, Italia e Danimarca siano i paesi con il più alto tasso di crescita di nuovi impianti (nel 2021 gli stabilimenti di produzione tra biogas e biometano erano circa 20.000) questi produttori di energia verde, non sono molto conosciuti.

Cosa molto strana visto che, ogni anno vengono lavorate 40000 tonnellate di frazione organica.

Vediamo da vicino come funzionano.

In primis la raccolta viene selezionata e depurata da altri rifiuti non trattabili in quello che può essere definito il cuore dello stabilimento ovvero, il digestore.

Lì i materiali trattati, rimangono per circa 20 giorni, periodo nel quale fermentano proprio come fa l’uva prima di diventare vino e producono del biogas: il gas contiene tra il 50% e 60% di metano.

Un processo – quello di fermentazione – del tutto naturale, nel quale non ci sono aggiunte di ulteriori sostanze.

Successivamente il biogas viene poi raffinato per estrarre il metano che finisce direttamente nella rete di distribuzione.  

Ma il perfetto meccanismo può incepparsi o rallentare e questo dipende da una differenziata ben fatta! Ecco perché è importantissimo che tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti rispondano solidalmente, del corretto smaltimento..

.. quindi, buona differenziata!

Contenuti prodotti con il contributo della Regione Lazio, nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Lazio (MISE 9) con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo economico DM 10.08.2020.

Foto di Jan Nijman da Pixabay